Rondò's soundtrack 🎼

sabato 16 novembre 2019

La logica è come il maiale: non si butta via niente!

- Secondo voi, è nato prima l'uovo o la gallina? -

Eravamo quasi un centinaio in un'aula grande poco più di una camera da letto, la metà di noi seduta su una sedia, il resto sul davanzale della finestra, sul termosifone elettrico, negli scaffali vuoti dell'armadio a muro, a terra. Se qualcuno apriva la finestra faceva cadere giù sei persone.
- Non abbiate paura di rispondere! - Ci intimò il professor Grana, tentando di smorzare ridendo il silenzio.

Presi la parola, come ero solito fare non tanto per conoscere la risposta ma per capire che tipo era il professore. Era la prima lezione di logica.
- E' nato prima l'uovo, l'uovo a livello simbolico ha sempre rappresentato l'inizio! -
- No, la risposta è inesatta. Qualcun altro? -
- E' nata prima la gallina! - Disse un altro. Risposta ovvia a quel punto, ma la motivò citando la logica aristotelica.
- Però quanta bella fantasia che avete ragazzi! No, non è questa la risposta. Ora vi spiego. Tu - Disse indicandomi - Avevi ragione, era l'uovo, ma non per il motivo che mi hai detto. Il fatto è che l'uovo è calvo, e tutti i neonati sono calvi, allora è nato prima l'uovo! -
Logica era un corso a scelta, ma dopo quei primi minuti di lezione non ebbi dubbi: lo avrei seguito.

Subito dopo la lezione il professore offrì un caffé a tutti. Nei pressi del distributore cominciai a fargli delle domande su un tema a me caro, Alice nel Paese delle Meraviglie.
- Ho letto che l'autore di Alice era un professore di logica, lei cosa ne pensa? -
- E' un grandissimo libro! - Mi rispose mentre accendeva la sua inseparabile pipa da cui saliva un fumo azzurrino che, da quel momento in poi, non poté non ricordarmi il narghilé del Brucaliffo. Quella fu la prima di una serie di lunghe chiacchierate nei corridoi di Porta di Massa, sede dell'Università Federico II.
 
- Ragazzi ricordatevi che la logica è come il maiale, non si butta via niente! - Fu un mantra ricorrente di quelle lezioni. Dei suoi corsi capivamo meno della metà di quello che ci diceva, non per colpa sua ma nostra: la nostra preparazione era filosofico-storica e della logica era la prima volta che sentivamo parlare. Eppure dopo ogni lezione avevamo la sensazione che il nostro cervello ne giovasse, come una verdura che si espande se innaffiata.

- I filosofi logici non è che si mettevano a scrivere perchè la sera prima le mogli gli avevano preparato le melanzane fritte e i peperoni nel sugo e poi avevano mal di pancia e allora anziché dormire scrivevano, che vi credete! -

Presi l'abitudine di portare con me all'università una pipa che faceva le bolle di sapone. Non la usavo durante i corsi ma nei momenti di pausa. Tutti si divertivano facendo scoppiare le bolle o limitandosi a guardarle.
- Questa pipa è davvero bella, approvo! - Disse una voce alle mie spalle. Mi girai e c'era lui, con occhi vispi e un po' canzonatori.

Il giorno dell'esame ero il primo della lista su cinquanta persone. Dopo pochi minuti che mi ero seduto nel suo studio, mentre rispondevo alle domande dei suoi assistenti, si accese la pipa e disse  - Vabbé il ragazzo ha seguito tutte le lezioni, mettetegli direttamente trenta e lode e andiamo al prossimo! -

Ogni volta che nei corridoi dell'università avvertivamo un forte aroma e si scorgeva un fumo azzurrino sorridevamo: il professore non doveva essere lontano. Quando puntualmente compariva tutti gli studenti lo salutavano affettuosamente.

Fu una grande sorpresa per me quando, meno di un anno fa, mentre ero intento a fare la spesa nel supermercato del mio quartiere, lo vidi mentre cercava di prendere qualcosa da uno scaffale più in alto rispetto a lui. Era allegro, come al solito. L'ultima volta che l'ho visto.

Ieri ho appreso della sua scomparsa.

Un professore che ha reso l'università un luogo bello, che ci ha insegnato la logica, ma ancor più l'importanza di farti sentire accolto in un luogo di studio. Una persona a cui ho voluto bene, di cui sono sicuro che il ricordo rimarrà vivo in molti miei compagni di università, e di cui spero, con questo post, di mantenere viva la memoria.


 

mercoledì 13 novembre 2019

Un novembre col vento in poppa!

Diario di bordo di Rondò's kitchen: qui la navigazione prosegue gagliarda!
Come ho raccontato su Istagram ho superato l'esame di ingresso per accedere al corso per archivisti. Non era affatto un esame facile, almeno per chi come me non aveva tradotto una versione dal latino da dieci anni e non aveva mai affrontato in poco tempo tutta la storia d'Italia dalla caduta dell'Impero romano ai giorni nostri (erano questi gli argomenti su cui verteva l'esame). Da agosto mi sono rincatucciato nel mio studio per prepararmi (con l'unica parentesi romana dei giorni del Prix, di cui ho parlato in questo post: https://rondokitchen.blogspot.com/2019_09_29_archive.html ) e l'aver superato questa ultima prova mi ha riempito di ottimismo e di voglia di fare.

Cosa c'entra l'archivio ed il mio ingresso in esso con la cucina e la recitazione? Niente, apparentemente. Ma "Rondò's kitchen" non nasce come mero intrattenimento. La scommessa di questo progetto è realizzare il giusto connubio tra momenti divertenti e conoscenza. Proprio come quando si dice che il bambino impara tantissimo mentre gioca io vorrei poter trasportare tutti gli "utenti" in questo gioco e creare un reale percorso di crescita in cui io stesso sono immerso. Per questo considero il mio ingresso al corso di archivistica non una vicenda privata ma un qualcosa di inerente a questo canale ed è sempre per questo che sono così entusiasta di essere riuscito a superare la prova. Sicuramente questo non modificherà lo stile che il canale ha già adottato, anzi, lo renderà più ricco di contenuti.
L'ultima preparazione culinaria che ho mostrato è stata la frittata di cipolle. Non credo sia necessario riportarne la ricetta come ho fatto per le salse (credo che chiunque sappia tagliare le cipolle, sbattere le uova con la forchetta e versare entrambe in padella precedute dall'olio facendo attenzione poi a non bruciare il tutto), ma siccome era una pietanza che realmente stavo cucinando ho pensato che sarebbe stato divertente creare una storia giocando sulle lacrime suscitate dallo sbucciare la cipolla. Anche se ho già pianificato molte future storie credo che sia sempre una buona idea farsi guidare dall'ispirazione del momento.
A proposito di questo, ormai manca da mostrare solo l'ultima salsa: il guacamole. Che siate o non siate tra coloro che l'hanno votata al sondaggio, non perdetevi le prossime storie, ne vedrete delle belle!

Alle rotative!

Ebbene sì, questa quarantena è piena di sorprese. Ora scrivo anche articoli per una rivista online di divulgazione, "La Cooltura"!...